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Evasione fiscale per oltre 26 milioni di euro, indagati dieci imprenditori

Secondo gli accertamenti della Guardia di Finanza sarebbe stato creato un sistema di frode finalizzato ad indebiti e consistenti vantaggi fiscali connessi all'utilizzo di fatture per operazioni, ritenute inesistenti, con oltre 26,5 milioni di euro di tassazione d'imponibile sottratta al fisco.
Nello specifico, le condotte rilevate si innestavano in un più ampio schema fraudolento, meglio conosciuto come frode carosello, che consiste nella documentazione di costi di società fantasma rappresentate formalmente da prestanome, prive di dipendenti, di asset patrimoniali, di una sede effettiva, di strutture organizzative e di mezzi aziendali. In alcuni casi, i documenti di trasporto documentavano un carico di tre volte superiore alla capacità del veicolo, già di per sé inidoneo a percorrere le lunghe tratte pianificate, segnalando alla guida autisti apparentemente impiegati nel medesimo lasso temporale a Napoli, Roma e sul territorio pugliese.
Le citate imprese, pertanto, venivano costituite al solo fine di consentire ad altri operatori economici, di evadere le imposte attraverso la falsa giustificazione contabile di cessioni di beni mai avvenute. Le condotte così delineate hanno consentito di appurare una stima di imposta evasa al Fisco (Irpef, Ires e Iva) superiore a 13 milioni di euro. Dieci soggetti, tra amministratori di fatto e di diritto, sono stati denunciati a vario titolo per utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, omessa o infedele dichiarazione, occultamento e distruzione di documentazione contabile.

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